Per la prima volta, quantomeno negli ultimi 10 anni, c'è un governo che sulla questione migranti sembra avere le idee molto chiare: del problema, e delle conseguenti scelte, si dovrà far carico l'Unione Europea. L'Italia farà la sua parte, come ha sempre fatto, ma non sarà silente e passivo ricettacolo dell'accoglienza di quanti, esclusi i profughi richiedenti asilo perché in fuga da guerre, approdano sulle nostre coste e vivono in clandestinità. Troppe cooperative, troppi interessi politici e mafiosi, hanno finora sfruttato l'inerzia (connivenza?) dei governi italiani per lucrare sulla sofferenza di questi individui. Occorre al più presto che Bruxelles dichiari che le coste italiane sono i confini dell'Europa. Occorre inoltre istituire una forza di polizia europea che proceda uniformemente ai riconoscimenti e, stabilito chi ha il diritto di rimanere nel Vecchio Continente -anche attraverso quote annue sempre a livello europeo- proceda ad implementare gli accordi con i Paesi di origine al fine dei doverosi rimpatri.
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